11/19/2014

#FOUR


Alla vigilia del mio viaggio a Milano per vedere il mio caro Ed Sheeran (♥♥♥), dopo aver betato tutto ciò che doveva essere betato, rimando lo studio a sabato per occuparmi di una cosa che mi preme ben da lunedì 17. Non una cosa importante, chiaramente, per chi mi avete preso?
Sì, si tratta degli One Direction anche questa volta; sì, si tratta del nuovo album (da cosa l'avete capito? Il titolo, dite?) e, sì, sto per fare ironia a riguardo. Come sempre.
Avevo promesso (circa) una recensione al nuovo album e ora l'avrete; una recensione a modo mio però, ché di fare cose troppo sul serio non mi va e non sono capace. 
A puro scopo informativo, comunico che il mio giudizio attuale è frutto di una sola serata di ascolto. Ho aspettato il 17 per ascoltare quasi tutte le canzoni e poi mi sono affidata all'account Spotify ufficiale, visto che non mi piace spendere soldi scegliendo articoli alla cieca, soprattutto non i loro, che finiscono quasi sempre per deludermi. La cosa va specificata perché spesso mano a mano che ascolto le canzoni il mio giudizio cambia, sia su quelle che mi piacciono di meno sia su quelle che magari all'inizio mi sono piaciute di più. 
Oltre tutto, premetto la mia totale incompetenza in ambito musicale: non ho un'idea dei termini specifici e via discorrendo; si tratta di una serie di commenti del tutto personali e probabilmente anche piuttosto noiosi.


  1. Il primo brano, nonché primo singolo, è Steal my girl, probabilmente la canzone che mi piace di meno in tutto l'album. Continuo a chiedermi perché, se in repertorio hanno canzoni davvero belle, come primo singolo facciano uscire sempre quella più brutta. Come mi è stato fatto notare, però, fanno un sacco di soldi comunque, quindi immagino sappiano ciò che fanno. Qui abbiamo paninaro!Niall che dà il meglio di sé per mettere in mostra la buzzurraggine ("ahnnooooooo, ahnoooooo, foscioh!") e uno dei video più brutti e nonsense della loro carriera (secondo forse solo a quello di You and I), ma la smetto prima di offendere qualcuno. Smg per me è un grande NO - anche se, devo dirlo, è uno di quei grandi no che mano a mano che li ascolto diventano sempre più simili a dei "nì" e imboccano la strada verso il "Ma sì, dai", un po' come BSE. Tra le altre cose riascoltandola continuavo a guardare il cellulare, perché ogni tanto c'è un suono che mi ricorda la mia suoneria per gli sms... ma va be'. 
  2. La seconda traccia, invece, è Ready to run, che quando ho passato la lista dei suggerimenti alla mia amica ha meritato ben tre punti esclamativi. Mi è piaciuta fin dai primi secondi del primo ascolto, ha un buon sound, non è troppo bimbominchiosa e, sì, credo sia una delle mie preferite dell'album, nonostante non sia chissà che capolavoro. Ascoltandola ora per l'ennesima volta mi ha ricordato la sigla di non so bene quale cartone animato, ma comunque per me è sì.
  3. Il terzo brano è Where do broken hearts go, da cui mi aspettavo davvero davvero tanto, visto che quasi tutti - maledizione a Zayn - durante la livestream di google hanno ripetuto più volte quanto fosse più bella e la loro preferita e sole cuore amore. Quindi, come tutte le volte che mi aspetto tanto da loro, la canzone mi ha deluso. Perché, sì cavolo, mi aspettavo una ballad in stile Half a heart, che è l'amore, o una nuova Through the dark (che sono di certo le mie preferite tra le loro canzoni), e invece no. Concentrandomi sul testo, sì, ammetto che merita, ma sono fermamente convinta che si siano giocati male quella che sarebbe potuta essere una bellissima canzone, se solo fosse stata meno... meno dance. Con una versione acustica forse potrei ricredermi, ma--
  4. La quarta canzone è 18. Avevo letto commenti che la definivano "Ed Sheeran as fuck" e in effetti lo è davvero. È un piccolo capolavoro. C'è altro da dire? God bless Ed Sheeran e le voci di quei ragazzi. Riascoltandola in questo momento ho i brividi. 
  5. Girl Almighty, signore e signore, è il mio trash guilty pleasure di Four. Se non mi mettesse dannatamente di buon umore direi che è un no gigantesco, ma la trovo simpaticissima e nonostante oggettivamente direi che è una canzonaccia, non riesco a darle un giudizio negativo. 
  6. Già dalle prime note Fool's gold mi ha spinto in una vasca di feelings in cui sono remissivamente affogata. Non ho alcun dubbio nel dire che questa è probabilmente la canzone migliore di tutto l'album (forse persino un gradino sopra a 18, nonostante Ed). Mi ha commossa fin dal primo ascolto e se dovessi convincere qualche scettico a dare una possibilità a questi ragazzi, gli consiglierei di sicuro Fool's gold. Altro piccolo capolavoro.
  7. Night Changes a quanto pare è il prossimo singolo della band. È toccante e molto molto carina, anche se ogni volta che nel ritornello Harry canta "just how fast the night... " mi aspetto che continui con "ch- ch- changes" di David Bowie. A parte questo, ha qualcosa che mi ricorda qualche altra canzone che non riesco a identificare (come quasi tutti i loro brani), ma nel complesso è una bella canzone, indubbiamente toccante, uno dei migliori tra i loro lavori.
  8. No Control. Apprezzabile il tentativo di cantare con uno stile un po' diverso dal solito, anche se col ritornello ritornano (lol) inevitabilmente ad una onedirectionaggine incontrollabile. La trovo una canzone carina, anche se una di quelle che meno mi sono piaciute. Thumbs up per Niall e Liam all'inizio.
  9. Sono stata la prima, quando è uscita, a dire "ew, Fireproof". Riascoltandola dopo l'uscita di Steal my girl, invece, l'ho molto rivalutata. Il ritornello mi dà sui nervi e ci sono alcuni passaggi che ricordano Little Things e, uhm, Truly madly deeply, mi pare, comunque un'altra delle loro canzoni; ma le strofe sono un vero piacere da ascoltare e, cosa che non dico spesso, ho apprezzato parecchio il solo di Louis. Sì alla musica, sì a Harry, sì all'averla regalata al pubblico. NO all'autotune, o come diavolo si chiama quel cavolo che è, sulla voce di Zayn; NO.
  10. Spaces non è tra le mie preferite, ma è di certo tra le canzoni che mi hanno emozionato di più fin dal primo ascolto. Dopo la prima volta ha un po' perso la sua carica emotiva, ma comunque la considero un buon lavoro. Simpatico l'eco di Niall che si allontana sul finale, come a sottolineare lo spazio tra i due getting deeper and deeper.
  11. Su Stockholm Syndrome purtroppo blatererei un sacco, ma cercherò di contenermi. Ero molto prevenuta su questo brano prima ancora di ascoltarlo, soprattutto per via del seguito di ragazzine che, a quanto ho visto, hanno già le idee abbastanza confuso su cosa è romantico e cosa è inquietante, tipo lo stalking. Friendly reminder che il rapimento non è romantico e che la sindrome di Stoccolma è uno stato di fragilità mentale e psicologica che distorce la visione razionale dei fatti, fino a far sviluppare dei sentimenti positivi, fin anche l'amore, verso l'aguzzino. Poi, insomma, non sono un'esperta, ma wikipedia è mio amico e in ogni caso so che si tratta di una tematica delicata. Va be'. Tagliamo corto.
    Ero molto prevenuta nei confronti della canzone e ho provato ad ascoltare il testo sia pensando ad un episodio di rapimento, sia cercando di figurarmi una situazione normale in cui la prigionia sia solo una metafore e nel secondo modo sono riuscita ad apprezzarla di più, senza stare a ragionare troppo sul lato politically correct. In entrambe le versioni l'ho trovata comunque apprezzabile. Evviva il tentativo di cambiare e crescere!
    Alla fine della fiera, apprezzo molto il sound delle strofe, dopo il centesimo "baby look what you've done to me" inizio a stufarmi un po', ma nel complesso è una canzone abbastanza carina, accattivante e sicuramente catchy, proprio come gran parte delle loro. E va bene, e va bene, lo ammetto: è una bella canzone.
  12. Dopo questa, arriva Clouds, che è un'esplosione di onedirectionaggine assoluta, proprio come la successiva:
  13. Change your ticket. Sono entrambe orecchiabili, allegre, un po' troppo... dance? per i miei gusti, al punto quasi da farmi venire il mal di testa, ma comunque due canzoni simpatiche e carine. La seconda è probabilmente il seguito di Alive: dopo averle sussurrato le dolci parole suggeriste dal terapista sul balcone alla festa, il ragazzo dev'essersela portata a casa; qui si risvegliamo una mattina e nel cervello di lui è scattato qualcosina. Non commento il solo di Zayn per non diventare imbarazzante, lo trascrivo e basta: "don't play innocent, I know what you meant when you said you'd come over". 
  14. Illusion è da un lato una di quelle che mi è piaciuta di più, ma dall'altro quella di cui mi dimenticherò sempre. È carina, piacevole da ascoltare, ma l'argomento è trito e ritrito. Nonostante sia abbastanza orecchiabile, non mi lascia niente.
  15. Ora arriva Once in a Lifetime. Questa è senza dubbio nella mia top four di Four (LOL). Anche questa canzone mi ha toccata fin dal primo ascolto, mi ha fatto salire il groppo in gola e quasi commossa. È decisamente il mio genere di canzone, quindi, ehi, è ovvio che mi piaccia tanto. Non so se apprezzare o biasimare il fatto che la musica riecheggi da matti quella di The Only Exception dei Paramore -- uno dei miei brani preferiti ever. 
  16. E concludiamo in bellezza con Act my age: attacca con un tocco di Gioca Jouer ancora ben mascherabile, passa ad un mix tra il Pirates of the Caribbean Theme e il folk irlandese per poi approdare in qualche secondo di totale e assoluto Gioca Jouer e continuare con una catchy ed entusiasmante centrifuga di tutto ciò. Non è decisamente quello che ti consiglierei se mi dicessi di voler ascoltare del folk irlandese, ma è senza dubbio alcuno una gran bella canzoncina - canzoncina, sì - da ascoltare nei momenti no per lasciarsi strappare un sorriso o a squarciagola per irritare gli amici e contagiarli con la propria allegria. È una canzone molto Niall, sì. Una di quelle che merita di più di tutto l'album.
Alla fine della fiera, posso dire che l'entusiasmo da primo ascolto è un po' svanito mentre scrivevo questo post, che mi è rimasta in testa Act my age. Migliorano album dopo album, sperimentano, cambiano, ma alla fine ci ficcano sempre qualche canzonetta che grida allafinesiamosempreglionedirection da tutti i porti.
Se dipendesse da me, promuoverei l'album con un buon 8, senza pretendere sempre e comunque di metterli a paragone con i grandi musicisti.
Mi sono ritrovata ad apprezzare un sacco la voce di Harry in Four, nonostante in Midnight Memories avesse un po' perso, e idem per Liam. Mi hanno detto che è stato criticato Zayn relativamente alle nuove canzoni, ma personalmente non ne vedo proprio la necessità.





11/03/2014

Sull'amicizia a distanza (con un po' di farneticazioni nel mezzo)


Sono di nuovo qui a fare del moralismo (che poi non è moralismo, eh, sono riflessioni del tutto lecite). Ultimamente stavo preparando qualche post serio, ma alla fine non ne ho mai postato nessuno per evitare di spargere per il web le mie esperienze personali - perché, sì, sono una di quelle persone che si tengono per sé tutto ciò che le turba e le angoscia, senza voler a tutti i costi pesare sulle spalle degli altri e voler essere compatita. Se c'è qualcuno che voglio conosca i miei problemi, quel qualcuno è qualcuno a cui voglio molto bene e di cui mi fido da morire. Sembra strano, lo so, ma anche io ho degli amici. 
Ho tanti amici, se contiamo quelli che conosco di persona e quelli online, e ora ho da dire la mia riguardo proprio a questo.
Un rapporto, qualunque rapporto, si basa sulla condivisione. Condivisione di spazi, di tempi, di pensieri, di esperienze. Di rispetto, anche e soprattutto. Più c'è condivisione e più il rapporto è stretto. Non so, immaginate due insiemi intersecati: più materia si sposta nell'intersezione e più quelli saranno vicini all'identità - aw, che bella la matematica, quando studi Lettere! 
È per questo che distinguo le amicizie che ho instaurato di persona da quelle che mantengo tramite la tecnologia. Credo sia una verità universalmente riconosciuta - se esistono realtà universalmente riconosciute - che per quanto un'amicizia online sia importante, di supporto, sempre di compagnia, sia a conti fatti meno... meno diretta? meno d'aiuto? meno... no. Meno niente, è un'amicizia come tutte le altre, ma manca di fisicità. Quando c'è di mezzo la distanza, si sente tanto la mancanza di qualcuno, si desiderano abbracci che difficilmente arriverebbero, si desidera avere al proprio fianco persone in certi momenti, persone che purtroppo non possono esserci. Sono stata da entrambe le parti - sono stata sia quella che aveva bisogno sia quella di cui si aveva bisogno -, quest'anno sono arrivata a desiderare di poter invitare al mio compleanno persone che abitano tra i 200 e i 500km di distanza da me, perché sono certamente tra le persona a cui sono più affezionata al mondo. 
La realtà è che non distinguo più i rapporti a distanza da quelli a vicinanza (?) da un sacco di tempo, almeno da quando ho conosciuto alcune amiche di cui ora come ora non potrei fare a meno, proprio come di quelle che con un po' di sforzo posso vedere nel weekend. Perché loro, gente, sono persone proprio come tutte le altre. Certo, questo è vero, il rapporto che si instaura è diverso: le amiche a distanza conoscono la tua vita praticamente solo attraverso le tue parole (motivo per cui sono quasi sempre, per forza di cose, dalla tua parte), non possono darti suggerimenti oggettivi se tu non fornisci loro spiegazioni oggettive dei tuoi problemi, non possono abbracciarti, non possono venire con te in giro in centro il sabato pomeriggio e non possono partecipare in prima persona alla maratona di Harry Potter - maratona che se non ci sono loro non puoi fare, perché nessuno condivide la tua passione come loro. Con loro c'è una condivisione di esperienze diversa: con le amicizie a distanza, forse (forse!), è necessario meno impegno. 
Ecco, ci sono un paio di cose a riguardo che mi sento di dire con estrema sicurezza, se la pensate diversamente sarò lieta di discuterne.

  • Il consiglio che voglio darvi è di non basare i rapporti (quelli a distanza, ma in generale nessun rapporto) sul bisogno, non solo sul bisogno. Le necessità si suppone che si spengano dopo un po', o che vengano soddisfatte, e allora cosa ne sarà del vostro rapporto? Ci può stare il bisogno, ma servono altre cose: servono chimica e intesa, serve confidenza, servono fiducia e rispetto e sane risate a indicare che "insieme" si sta bene.
    Cercate di condividere, di dare e ricevere in maniera più o meno eguale, di alimentare un rapporto se ci tenete.
    Non trasformate l'amico in un diario segreto, non trasformatelo in un oggetto inanimato che deve ricevere passivamente il vostro fiume di parole. Non sommergetelo con i vostri problemi e pensieri e considerazioni senza mai curarvi di quelli che sono i suoi problemi e pensieri. Ci vuole reciprocità - e con questo non voglio dire che se l'altro è uno che non si apre con voi, voi dovete per forza fare lo stesso, dico solo di non esagerare e di tenere in considerazione il fatto che anche l'altro, magari, ha qualcosa da dire, che sia importante o meno; forse vuole raccontarvi della sua serie tv preferita e non solo ascoltare continuamente lamentele su quanto vostra mamma via antipatica perché non vi lascia uscire il sabato sera. Sfogarsi va benissimo, ma non siate egoisti. Se lo siete di natura, almeno provateci o rendetevene conto. 
  • Se ne avete la possibilità (con le dovute attenzioni: non correte a casa del primo che vi contatta, insomma, per info qui sul blog da qualche parte c'è un post sulla sicurezza sul web) incontrate il vostro amico a distanza. Non abbiate paura di avvicinarvi e annullare la distanza: se è una vera amicizia, se è stata alimentata bene, il giorno in cui vi incontrerete non ci sarà imbarazzo né disagio, ma sarà come ritrovare un amico "di tutti i giorni". 
  • Nonostante tutto ciò, nonostante possa essere bellissima, tenete ben presente che l'amicizia a distanza non sostituisce un'amicizia "a vicinanza". E su questo non transigo.
    Se non hai nessuno con cui condividere la tua vita vicino a te, ma ventimila amici online (e a una distanza che non è semplice coprire spesso), c'è comunque qualcosa che non va, sei comunque - scusa se sono così antipatica da dirlo - solo. Non devi avere per forza un migliore amico, una persona per cui daresti la vita - anche se credo che a pensarci bene sia davvero davvero davvero difficile non stringere legami con nessuno in assoluto nel posto in cui si vive - ma almeno un amico mediocre, o anche solo un conoscente con cui per abitudine passi un po' di tempo nel corridoio della scuola o alla fermata del bus - comunicando, ovviamente, magari di argomenti neutri. Se non ce l'hai, cercalo, diavolo. Provaci, mettiti in gioco - tanto cos'hai da perdere?
    Sono la prima a sostenere il "pochi ma buoni", ma si ha bisogno di amici (almeno un amico) con cui condividere la vita di tutti giorni, amici da abbracciare, se ti va, o con cui ridere vedendo il gatto che inciampa nel tentativo di saltare sul tavolo.
    Il problema dell'amico a distanza è che non può farti compagnia concretamente nella maggioranza dei casi, anche se magari darebbe un rene per poterlo fare.
    Non voglio dare consigli di vita dicendo questo, invito solo ad una presa di coscienza: sono amici, ma sono a distanza; concretamente se non hai amici vicini, sei solo. Sono contraria a quest'idea secondo cui è la stessa cosa avere un amico vicino o lontano: non è la stessa cosa proprio per niente. Ovvio, è sempre un amico, ma tanto per cominciare non è qualcuno che deve sopportarti dal vivo tutti i giorni, non deve sopportare le tue pedate di fango nel corridoio di casa, non deve vedere che tutte le volte che gli prepari il tè ne lascia due dita nella tazza e tu devi buttarlo - che rabbia - e non devi sorbirti i programmi che più ti annoiano quando lui monopolizza il telecomando (o, peggio, la radio). Perché anche tutto questo è amicizia, eh. 
    Dal punto della sopportazione dei difetti l'amicizia a distanza è più facile da gestire, ma d'altro canto è molto più difficile da gestire dal lato della compagnia e della presenza. Gli amici a distanza ci sono sempre quando hai bisogno di parlare, ma non possono farci niente quando hai bisogno di un abbraccio (non per colpa loro, eh).
Adesso la pianto, perché ho davvero straparlato (overwriting is the way, sometimes) troppo, ma  credo che il mio punto di vista si sia capito. 
Lunga vita alle amicizie a distanza, che vanno trattate con lo stesso rispetto delle altre, ma riordina le tue priorità se hai amici solo sul web, perché le due cose non sono intercambiabili - purtroppo o per fortuna. Se fossero intercambiabili, non sarei qui tutti i giorni a fantasticare su quanto sarebbe meraviglioso e semplice se potessi avere nella mia città - o anche a Bologna, per quanto io odi Bologna - tutti i miei amici a distanza. 
Se pensate che abbia scritto un sacco di sciocchezze e volete provarmi che ho torto, potete scrivermi sui social, oppure commentare qui sotto.