11/03/2014

Sull'amicizia a distanza (con un po' di farneticazioni nel mezzo)


Sono di nuovo qui a fare del moralismo (che poi non è moralismo, eh, sono riflessioni del tutto lecite). Ultimamente stavo preparando qualche post serio, ma alla fine non ne ho mai postato nessuno per evitare di spargere per il web le mie esperienze personali - perché, sì, sono una di quelle persone che si tengono per sé tutto ciò che le turba e le angoscia, senza voler a tutti i costi pesare sulle spalle degli altri e voler essere compatita. Se c'è qualcuno che voglio conosca i miei problemi, quel qualcuno è qualcuno a cui voglio molto bene e di cui mi fido da morire. Sembra strano, lo so, ma anche io ho degli amici. 
Ho tanti amici, se contiamo quelli che conosco di persona e quelli online, e ora ho da dire la mia riguardo proprio a questo.
Un rapporto, qualunque rapporto, si basa sulla condivisione. Condivisione di spazi, di tempi, di pensieri, di esperienze. Di rispetto, anche e soprattutto. Più c'è condivisione e più il rapporto è stretto. Non so, immaginate due insiemi intersecati: più materia si sposta nell'intersezione e più quelli saranno vicini all'identità - aw, che bella la matematica, quando studi Lettere! 
È per questo che distinguo le amicizie che ho instaurato di persona da quelle che mantengo tramite la tecnologia. Credo sia una verità universalmente riconosciuta - se esistono realtà universalmente riconosciute - che per quanto un'amicizia online sia importante, di supporto, sempre di compagnia, sia a conti fatti meno... meno diretta? meno d'aiuto? meno... no. Meno niente, è un'amicizia come tutte le altre, ma manca di fisicità. Quando c'è di mezzo la distanza, si sente tanto la mancanza di qualcuno, si desiderano abbracci che difficilmente arriverebbero, si desidera avere al proprio fianco persone in certi momenti, persone che purtroppo non possono esserci. Sono stata da entrambe le parti - sono stata sia quella che aveva bisogno sia quella di cui si aveva bisogno -, quest'anno sono arrivata a desiderare di poter invitare al mio compleanno persone che abitano tra i 200 e i 500km di distanza da me, perché sono certamente tra le persona a cui sono più affezionata al mondo. 
La realtà è che non distinguo più i rapporti a distanza da quelli a vicinanza (?) da un sacco di tempo, almeno da quando ho conosciuto alcune amiche di cui ora come ora non potrei fare a meno, proprio come di quelle che con un po' di sforzo posso vedere nel weekend. Perché loro, gente, sono persone proprio come tutte le altre. Certo, questo è vero, il rapporto che si instaura è diverso: le amiche a distanza conoscono la tua vita praticamente solo attraverso le tue parole (motivo per cui sono quasi sempre, per forza di cose, dalla tua parte), non possono darti suggerimenti oggettivi se tu non fornisci loro spiegazioni oggettive dei tuoi problemi, non possono abbracciarti, non possono venire con te in giro in centro il sabato pomeriggio e non possono partecipare in prima persona alla maratona di Harry Potter - maratona che se non ci sono loro non puoi fare, perché nessuno condivide la tua passione come loro. Con loro c'è una condivisione di esperienze diversa: con le amicizie a distanza, forse (forse!), è necessario meno impegno. 
Ecco, ci sono un paio di cose a riguardo che mi sento di dire con estrema sicurezza, se la pensate diversamente sarò lieta di discuterne.

  • Il consiglio che voglio darvi è di non basare i rapporti (quelli a distanza, ma in generale nessun rapporto) sul bisogno, non solo sul bisogno. Le necessità si suppone che si spengano dopo un po', o che vengano soddisfatte, e allora cosa ne sarà del vostro rapporto? Ci può stare il bisogno, ma servono altre cose: servono chimica e intesa, serve confidenza, servono fiducia e rispetto e sane risate a indicare che "insieme" si sta bene.
    Cercate di condividere, di dare e ricevere in maniera più o meno eguale, di alimentare un rapporto se ci tenete.
    Non trasformate l'amico in un diario segreto, non trasformatelo in un oggetto inanimato che deve ricevere passivamente il vostro fiume di parole. Non sommergetelo con i vostri problemi e pensieri e considerazioni senza mai curarvi di quelli che sono i suoi problemi e pensieri. Ci vuole reciprocità - e con questo non voglio dire che se l'altro è uno che non si apre con voi, voi dovete per forza fare lo stesso, dico solo di non esagerare e di tenere in considerazione il fatto che anche l'altro, magari, ha qualcosa da dire, che sia importante o meno; forse vuole raccontarvi della sua serie tv preferita e non solo ascoltare continuamente lamentele su quanto vostra mamma via antipatica perché non vi lascia uscire il sabato sera. Sfogarsi va benissimo, ma non siate egoisti. Se lo siete di natura, almeno provateci o rendetevene conto. 
  • Se ne avete la possibilità (con le dovute attenzioni: non correte a casa del primo che vi contatta, insomma, per info qui sul blog da qualche parte c'è un post sulla sicurezza sul web) incontrate il vostro amico a distanza. Non abbiate paura di avvicinarvi e annullare la distanza: se è una vera amicizia, se è stata alimentata bene, il giorno in cui vi incontrerete non ci sarà imbarazzo né disagio, ma sarà come ritrovare un amico "di tutti i giorni". 
  • Nonostante tutto ciò, nonostante possa essere bellissima, tenete ben presente che l'amicizia a distanza non sostituisce un'amicizia "a vicinanza". E su questo non transigo.
    Se non hai nessuno con cui condividere la tua vita vicino a te, ma ventimila amici online (e a una distanza che non è semplice coprire spesso), c'è comunque qualcosa che non va, sei comunque - scusa se sono così antipatica da dirlo - solo. Non devi avere per forza un migliore amico, una persona per cui daresti la vita - anche se credo che a pensarci bene sia davvero davvero davvero difficile non stringere legami con nessuno in assoluto nel posto in cui si vive - ma almeno un amico mediocre, o anche solo un conoscente con cui per abitudine passi un po' di tempo nel corridoio della scuola o alla fermata del bus - comunicando, ovviamente, magari di argomenti neutri. Se non ce l'hai, cercalo, diavolo. Provaci, mettiti in gioco - tanto cos'hai da perdere?
    Sono la prima a sostenere il "pochi ma buoni", ma si ha bisogno di amici (almeno un amico) con cui condividere la vita di tutti giorni, amici da abbracciare, se ti va, o con cui ridere vedendo il gatto che inciampa nel tentativo di saltare sul tavolo.
    Il problema dell'amico a distanza è che non può farti compagnia concretamente nella maggioranza dei casi, anche se magari darebbe un rene per poterlo fare.
    Non voglio dare consigli di vita dicendo questo, invito solo ad una presa di coscienza: sono amici, ma sono a distanza; concretamente se non hai amici vicini, sei solo. Sono contraria a quest'idea secondo cui è la stessa cosa avere un amico vicino o lontano: non è la stessa cosa proprio per niente. Ovvio, è sempre un amico, ma tanto per cominciare non è qualcuno che deve sopportarti dal vivo tutti i giorni, non deve sopportare le tue pedate di fango nel corridoio di casa, non deve vedere che tutte le volte che gli prepari il tè ne lascia due dita nella tazza e tu devi buttarlo - che rabbia - e non devi sorbirti i programmi che più ti annoiano quando lui monopolizza il telecomando (o, peggio, la radio). Perché anche tutto questo è amicizia, eh. 
    Dal punto della sopportazione dei difetti l'amicizia a distanza è più facile da gestire, ma d'altro canto è molto più difficile da gestire dal lato della compagnia e della presenza. Gli amici a distanza ci sono sempre quando hai bisogno di parlare, ma non possono farci niente quando hai bisogno di un abbraccio (non per colpa loro, eh).
Adesso la pianto, perché ho davvero straparlato (overwriting is the way, sometimes) troppo, ma  credo che il mio punto di vista si sia capito. 
Lunga vita alle amicizie a distanza, che vanno trattate con lo stesso rispetto delle altre, ma riordina le tue priorità se hai amici solo sul web, perché le due cose non sono intercambiabili - purtroppo o per fortuna. Se fossero intercambiabili, non sarei qui tutti i giorni a fantasticare su quanto sarebbe meraviglioso e semplice se potessi avere nella mia città - o anche a Bologna, per quanto io odi Bologna - tutti i miei amici a distanza. 
Se pensate che abbia scritto un sacco di sciocchezze e volete provarmi che ho torto, potete scrivermi sui social, oppure commentare qui sotto.



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