9/10/2016

Di fanfiction pubblicate e scelte editoriali

Questa mattina, mentre davo un'occhiata alla home di facebook, sono incappata in questo articolo dal titolo "Wattpad is my dilemma", condiviso da una pagina che seguo, DIARIO DI PENSIERI PERSI. Incuriosita dall'argomento a me familiare, sono andata a leggere e, devo dire, mi sono trovata d'accordo sulle opinioni dell'autrice per quasi l'intera lunghezza del post. Si tratta per lo più di un articolo a scopo informativo, in cui si elencano e commentano casi editoriali di fanfiction selezionate da piattaforme online e trasformate in best seller in alcuni casi e in vendite molto meno di successo in altri. 
A farmi riflettere e venir voglia di dire la mia è stata la conclusione, che citerò qui:

E per concludere, siamo sicuri che le fan-fiction e le storie nate su Wattpad siano adatte a essere ripubblicate da grandi editori (soprattutto quando vengono da minorenni e scrittrici inesperte), e non debbano invece rimanere nel luogo nel quale sono nate, anche se hanno avuto successo?

(Fonte
http://segnalerumore.it/wattpad-is-my-dilemma-17f39df21353#.7648jaay4)

La mia risposta a questa domanda è sì. Sì, porca miseria, !
Infatti il problema non sono le fanfiction o i romanzi amatoriali, naturalmente, ma quelle poche su cui ricade la scelta per la pubblicazione. Sono le CE che vanno a selezionare le storie povere di contenuto e piene di sesso, sulla base del numero di visualizzazioni, condivisioni e commenti che ottengono online. Non sono un'esperta di marketing né del mondo dell'editoria, ma non penso che una storia come After sia stata pubblicata nella speranza di ispirare le adolescenti o di condividere una buona storia con personaggi ben caratterizzati (non ho letto che qualche capitolo su wattpad, per cui non posso giudicare effettivamente la qualità della caratterizzazione, ma di sicuro non è stata il motivo per cui hanno deciso di farne un libro).
In sette -- quasi otto -- anni a contatto con il mondo delle fanfiction (e originali amatoriali) ho letto di tutto: storie povere di trama, con personaggi bidimensionali, con una grammatica insufficiente e gravi problemi di coerenza interna; ma anche fanfiction sugli One Direction (ohibò! Persino nel regno del trash!) da farti fare chapeau, storie che straziano il cuore per quanto sono coinvolgenti e ben scritte, altre in grado di fornire spunti di riflessione importanti pur non essendo perfette.
Parlando chiaro, ci sono piattaforme online su cui letteralmente chiunque -- dal professore plurilaureato alla studentessa delle scuole medie, passando per persone di ogni grado di istruzione, cultura, età e nazionalità -- può pubblicare e dare visibilità ai propri racconti, letteralmente chiunque può sentirsi uno scrittore. È un settore democratico. Internet è democratico. E gratuito.
In questo universo di gente, come è ovvio, non tutti sono Dante Alighieri e non tutte le fanfiction sono la Commedia (e passatemi questo paragone fin troppo azzeccato). Ci si trovano un sacco di scritti mediocri, parecchi che sarebbero proprio da cestinare, una marea di trame super interessanti ma buttate giù troppo di fretta e/o mal sviluppate. Ci sono dei racconti scritti con uno stile narrativo impeccabile e personaggi piatti, o l'esatto contrario. E poi ci sono anche parecchie Storie con la S maiuscola, che naturalmente sono quelle che andrebbero selezionate e trasformate in libri.
Se ai piani alti si badasse alla qualità, invece che alla popolarità, e quindi alla vendibilità, posso assicurare che le fanfiction, sì, sarebbero ottimi libri pubblicati. No, non dovrebbero nascere e morire sulla piattaforma online su cui sono state scoperte. Certi autori di fanfiction meriterebbero di farsi un nome e magari campare sui guadagni ottenuti dai propri scritti.
Il punto infatti è sempre lo stesso: nel mondo reale non sembra contare la qualità, ma la vendibilità. E cosa vende più del sesso al giorno d'oggi? Ecco il perché di 50 Sfumature di Grigio e la saga di After. Non sono qui a demonizzare il genere erotico, non è questo il punto; il fatto è che il sesso attrae il pubblico, dunque vende. Se vende, è ciò che dai piani alti cercano e scelgono anche a discapito di tutto il resto -- della trama avvincente, della caratterizzazione dei personaggi, della verosimiglianza, dello stile di scrittura e via discorrendo.
Se il mondo della scrittura amatoriale a cui noi piccoli autori e lettori del web siamo abituati è, come credo, lo specchio di quello editoriale, allora l'equazione è già praticamente risolta.
La differenza sta nel fatto che il regno delle fanfiction è gratuito e libero; che online si è liberi di scrivere e pubblicare ciò che si vuole senza troppe restrizioni, senza dover modificare le nostre storie in favore di una maggiore fruibilità (in teoria, poi dipende tutto dalle scelte dell'autore: se vuoi scrivere una storia perché sia popolare, scrivi ciò che la gente vuole leggere; se vuoi che ciò che a te piace scrivere venga letto, non scendi a compromessi, ma speri nel migliore risvolto possibile -- proprio come nel mondo reale). Ciò che potremmo scrivere e tenere a far la polvere in una cartella del pc, però, viene messo a disposizione di altri autori e lettori, in una palestra continua e viva che ci aiuta a migliorare di capitolo in capitolo. In linea di massima nessuno di noi guadagna un centesimo da questo, ma si scrive per amore della scrittura. Art for art's sake. Il che è sicuramente molto nobile e altrettanto sicuramente non riempie la pancia. Però un po' il cuore sì.
Penso che ognuno di noi abbia pensato, almeno una volta, di inviare un proprio scritto ad una casa editrice. A tutti fa venire l'acquolina in bocca la prospettiva di trovare il proprio lavoro in libreria, magari accanto al proprio libro preferito; una copertina lucida e sobria, con il titolo scritto a caratteri chiari ma eleganti, il proprio nome (o lo pseudonimo) a ricambiare orgogliosamente il nostro sguardo sul frontespizio. Siamo fieri delle nostre opere, ci piacerebbe che il nostro impegno venisse riconosciuto dagli esperti del mestiere.
E poi, boom!, ci viene detto che forse tutti i nostri lavori non ne valgono la pena. Che siccome quei quattro, cinque, sei libri nati da una fanfiction non sono poi di chissà quale spessore letterario, forse nessuno di noi ha davvero qualcosa da offrire.
Vi svelerò un segreto che noi fanwriter conosciamo da sempre: le storie più popolari non sono sempre le migliori. Il fatto che una storia sia tra le più popolari di un sito, dunque tra quelle che saltano prima all'occhio del lettore comune come dell'editore, non garantisce nemmeno un livello decente di conoscenza grammaticale. Un po' come per i romanzi pubblicati.
Io da sola conosco almeno mezza dozzina di adolescenti inesperteche, con l'aiuto di un buon editor che le aiutasse a raffinare la tecnica, sarebbero capacissime di scrivere storie degne dei grandi editori e del grande pubblico. Ogni fanwriter o lettore del web saprebbe suggerirne un'altra manciata. Tutti sapremmo elencare decine di storie online migliori, da un punto di vista o da un altro, di quelle che sono state trasformate in libri.
Quindi, per favore, che non venga screditato tutto il mondo delle fanfiction perché le scelte delle case editrici non sono state proprio qualitativamente ottime. Tanto meno se le scelte successive alle prime sono risultate meno di successo.
Capisco che l'esigenza della casa editrice sia la vendita di un prodotto e la scelta ha una sua logica inoppugnabile dal punto di vista economico, ma loro fanno le regole, loro decidono cosa pubblicare, e, per come vanno le cose al giorno d'oggi, la scelta non sempre ricade sui candidati più meritevoli. Questione di politiche interne, suppongo, ognuno ha la sua tecnica, ma il risultato non cambia: se non è il meglio” di ciò che abbiamo da offrire ad essere pubblicato e venduto, la responsabilità è loro.
Ciò che non toglie che sia pieno di autori amatoriali talentuosi, che su wattpad, EFP, AO3, piattaforme minori, blog e siti web personali, pagine facebook e quant'altro scrivano ottime storie, magari degne di pubblicazione. Non è che il talento sia introvabile, tutt'altro; magari la scrematura non sarà semplice, essendo l'internet, così democratico e gratuito, ma possibile.

Tutto sta nel cercare e nel decidere se si preferisce la popolarità o la vendibilità di un'opera, come sempre quando si parla di forme artistiche.



(Immagine che c'entra poco.